23 nov 2008

British Women:Virginia Woolf


Adeline Virginia Stephen era nata a Londra nel 1882 (morta a Rodmeil nel 1941). Era figlia di Leslie Stephen, celebre storiografo e critico. Crebbe in un ambiente coltissimo, frequentato da artisti, letterati, storici e critici. Secondo le regole della buona educazione vittoriana, venne educata privatamente. Tramite il fratello Thoby che era entrato a Cambridge nel 1899, strinse amicizia con i discepoli del filosofo G.E. Moore, i cosiddetti "apostoli" del Trinity College: Bertrand Russell, G. Lytton Strachey, J.M. Keynes, Ludwig Wittgenstein, E.M. Forster, D. Garnett, Leonard Woolf, C. Bell, R. Fry. Nel 1895, a soli 13 anni Virginia è colpita da un grave lutto: muore la madre. Solo due anni dopo muore invece la sorellastra, Stella. Questi eventi la portano al primo serio crollo nervoso. Nel racconto autobiografico "Momenti di essere e altri racconti" riportò che lei e la sorella Vanessa Bell subirono abusi sessuali da parte dei fratellastri George e Gerald Duckworth. Questo ha sicuramente influito sui frequenti esaurimenti nervosi, sulle crisi depressive e sui forti sbalzi d'umore che hanno caratterizzato la vita della scrittrice e che la porteranno, dopo diversi tentativi, al suicidio. Le moderne tecniche diagnostiche hanno portato ad una postuma diagnosi di disturbo bipolare unito, probabilmente, negli ultimi anni, ad una forma di schizofrenia.
Dopo la morte del padre, avvenuta nel 1904, si trasferì con la sorella a Bloomsbury, dove insieme diedero vita al primo nucleo del circolo intellettuale noto come Bloomsbury Group.
Cominciò a scrivere nel 1905, inizialmente, per il supplemento letterario del Times. Nel 1912 sposò Leonard Woolf, un teorico della politica. Il suo primo libro "The Voyage Out, fu pubblicato nel 1915. Ebbe relazioni con alcune donne che influenzarono profondamente la sua vita e le sue opera letterarie. Il 28 marzo del 1941, si riempì le tasche di sassi e si annegò nel fiume Ouse, non lontano da casa, nei pressi di Rodmell.

Scrittori e saggisti hanno scritto molto sulla vita e sull'arte di Virginia Woolf, molto è stato scritto sulla sua famiglia, sul suo rapporto di grande amore con la madre, Julia, su quello con l'amato padre, sul grandissimo affetto tra Virginia e la sorella Vanessa, pittrice di talento o con il marito Leonard Woolf, sull'amore tra Virginia e Vita Sackville-West, su Virginia e il femminismo, il socialismo, sul suo stile letterario del tutto nuovo e rivoluzionario e sul suo suicidio.

Si ritiene che il decennio aureo della sua creatività letteraria sia stato quello dai 40 ai 50 anni, in cui Virginia pubblicò i suoi capolavori, nel 1922 pubblicò "La camera di Jacob", il primo romanzo in cui abbandonò uno stile classico per un altro in cui erano essenziali gli stati d'animo, le sensazioni, i pensieri, i ricordi più che la trama, i fatti, le azioni dei personaggi. Emerse per la prima volta quello che dal critico William James, fratello del celebre scrittore americano Henry James, venne chiamato "stream of counsciousness" (flusso di coscienza). Questa tecnica è la libera rappresentazione dei pensieri di una persona così come compaiono nella mente, prima di essere riorganizzati logicamente in frasi. Viene messo in primo piano l'individuo con i suoi conflitti interiori e, in generale, le sue emozioni e sentimenti, passioni e sensazioni. Sono gli anni della psicoanalisi Freudiana, della rottura delle regole formali dell'arte pittorica scardinata dal Cubismo di Picasso, dall'astratttismo di Kandiskj. Gli artisti cercano nuove forme di rappresentazione di un secolo di trasformazioni sociali, di lotte di classe di sofferenza e di speranza. Alla stanza di Jacob, seguiranno "La signora Dalloway(1925) e "Gita al faro" (1927).

"Orlando" (1928) occupa un posto molto particolare: biografia immaginaria di un personaggio androgino che attraversa quattro secoli di storia inglese, il libro è in realtà un poema d’amore indirizzato alla scrittrice Vita Sackville-West, amica ed amante di questo periodo in cui il femminismo di Virginia Woolf si esprime nettamente in "Una stanza tutta per sé" (1929). Bruciante guanto di sfida lanciato contro l’ordine culturale maschile. In questo saggio, al quale darà più tardi una dimensione più politica (Le tre Ghinee, 1938), elabora la cronistoria della quasi totale assenza delle donne sulla scena letteraria. Ai suoi occhi, la marginalizzazione - nella pazzia spesso - di cui furono vittime le poche donne scrittrici, conferma la teoria di una repressione secolare della scrittura e della parola femminili. Complementari nella loro espressione di una femminilità in cerca di se stessa, "Orlando" ed "Una stanza tutta per sé" sono l’ultimo grido di un decennio di creatività intensa e febbrile. "Orlando" è dedicato ed ispirato a Vita. Il romanzo contiene molti messaggi segreti rivolti a Vita, che solo in parte si possono decifrare. "Orlando" ebbe uno straordinario successo: il/la protagonista, spavaldo e sensibile, non conosce né la morte, né il passare del tempo, è uomo e poi donna in un susseguirsi di stati d'animo ed epoche. "Orlando" è stato definito "la lettera d'amore più lunga mai scritta al mondo" (da Nigel Nicolson): è un ommaggio a Vita. Leonard, con molta intelligenza, accettò pienamente l'amore tra la moglie e Vita e, in un certo senso, lo favorì con riservatezza e discrezione. Egli adorava Virginia fin dalla prima volta in cui l'aveva vista e, nonostante tra di loro non vi fosse nessuna passione fisica, il loro amore era molto grande e vi era un ammirevole sodalizio intellettuale, il loro amore fu un amore spirituale fortissimo.
Del 1929 è l'importante saggio "Una stanza tutta per sé", frutto di due conferenze, in cui Virginia sostenne quanto l'indipendenza fosse essenziale per le giovani donne, e che resta uno dei testi femministi più letti e citati nel mondo. Del 1931 è "Le onde", la sua opera, forse, più complessa, in cui non vi è più trama ma solo i pensieri di sei personaggi presentati attraverso dei monologhi.
Nell'estate del 1940, mentre la Gran Bretagna era in guerra, Virginia Woolf lavorò al romanzo "Between the Acts". Intanto, le sue crisi depressive, si fecero sempre più incalsanti, ad aumen tare le sue fobie contribuirono la seconda guerra mondiale e la minaccia Nazista (suo marito aveva origini ebraiche). Il 28 Marzo 1941 Virginia uscì dalla sua casa di campagna, abbandonò cappello e bastone e si gettò nel fiume Ouse. Lasciò una toccante nota al marito:
« Carissimo. Sono certa che sto impazzendo di nuovo. Sono certa che non possiamo affrontare un altro di quei terribili momenti. Comincio a sentire voci e non riesco a concentrarmi. Quindi, faccio quella che mi sembra la cosa migliore da fare. Tu mi hai dato la più grande felicità possibile. Sei stato in ogni senso tutto quello che un uomo poteva essere. So che ti sto rovinando la vita. So che senza di me potresti lavorare e lo farai, lo so... Vedi non riesco neanche a scrivere degnamente queste righe... Voglio dirti che devo a te tutta la felicità della mia vita. Sei stato infinitamente paziente con me. E incredibilmente buono. Tutto mi ha abbandonata tranne la certezza della tua bontà. Non posso continuare a rovinare la tua vita. Non credo che due persone avrebbero potuto essere più felici di quanto lo siamo stati noi. »
Citazioni:
  • La bellezza del mondo ha due tagli, uno di gioia, l'altro d'angoscia, e taglia in due il cuore. (da Una stanza tutta per sé)
  • Nell'ozio, nei sogni, la verità sommersa viene qualche volta a galla. (da Una camera propria)
  • Una donna deve avere soldi e una stanza suoi propri se vuole scrivere romanzi. (da Una stanza tutta per sé)

4 commenti:

Elena Bruno ha detto...

Che piacevole post di approfondimento. Complimenti

Neverland ha detto...

grazie per l'apprezzamento!

the Tramp ha detto...

Un post bellissimo, questa rubrica è davvero interessante. Le ultime parole scritte da Virginia Woolf sono a dir poco toccanti. Nel leggere ciò che le è accaduto, resta un senso di malinconia.

Neverland ha detto...

uno sguardo oltre le sole opere, la fama, le nozioni..è una figura molto complessa e affascinante.piuttosto difficile da raccogliere in poche righe..