24 ott 2010

Jane Austen corretta da un maschio.



In questi giorni è apparsa sui principali quotidiani Britannici una sconcertante notizia sulla scrittrici Inglese Jane Austen. La fonte è la studiosa Kathryn Sutherland che ha letto 1.100 pagine dei manoscritti della Austen. Sembrerebbe che dalla lettura siano emersi molteplici errori di punteggiatura e regole grammaticali ignorate. La conclusione dell'analisi dei manoscritti è che questi fossero evidentemente rimaneggiati da un punto di vista stilistico e ripuliti. E probabilmente fu William Gifford, un poeta e critico letterario che lavoro' per il secondo editore della Austen, a rimaneggiare i lavori.
Cito dall'articolo pubblicato da Aginewson"E' opinione largamante diffusa che la Austen fosse una stilista perfetta: il fratello Henry disse nel 1818 che "tutto usciva perfetto dalla sua penna' e i commentatori continuano a pensarlo ancora oggi". "La reputazione di nessun altro scrittore inglese poggia cosi' fermamente su questo dato di stile, sul portamento e l'enfasi di frase e frase, catturate in una punteggiatura soppesata con precisione. Ma in realta' -sostiene la Sutherland- nella lettura dei manoscritti, appare subito chiaramente che questa delicata precisione non esiste".
Avendo letto e studiato la vita della scrittrice, so che era afflitta da una malattia chiamata morbo di Addison, questa malattia era al tempo incurabile ed aveva tra i tanti sintomi l'astenia che comporta insieme alla perdita di forza muscolare anche la difficoltà di concentrazione, frequenti mal di testa e disturbi visivi. Evidentemente la malattia rendeva difficile non solo l'attività fisica ma anche quella intellettuale. Questo aspetto della malattia che colpiva la Austen secondo me andrebbe considerato come una possibile causa delle difficoltà della scrittrice nella stesura dei manoscritti con il conseguente ricorso all'aiuto di un revisore di tutto rispetto come Gifford. Comunque, Jane Austen rimane sempre una delle più grandi scrittrici preromantiche.


15 ott 2010

British Women:Mary Shelley


Figlia della filosofa e antesignana del femminismo, Mary Wollstonecraft (alla quale ho già dedicato questo post) e del filosofo e politico William Godwin, Mary Wollstonecraft Godwin, sembrava già destinata per nascita a diventare una delle più importanti intellettuali Britanniche.

Mary Wollstonecraft Godwin nacque a Somers Town, Londra, nel 1797, sua madre morì di febbre puerperale dieci giorni dopo averla messa al mondo, Godwin fu così lasciato solo con la piccola Mary e Fanny Imlay, figlia primogenita della Wollstonecraft, alla quale decise di dare il proprio cognome crescendola come fosse figlia propria. I primi anni della vita di Mary furono felici, Godwin tuttavia era spesso in debito e, convintosi di non essere in grado di badare da solo a due bambine, sposò la sua vicina di casa Mary Jane Clairmont, una casalinga con due figli illegittimi avuti probabilmente da due diversi compagni.o che aveva dato il fuoco agli uomini. Il gruppo decise di intraprendere una gara letteraria per scrivere una storia sul soprannaturale. Un altro ospite, il dott. John William Polidori, scrisse in quell'occasione Il vampiro, che in seguito avrebbe avuto una forte influe
Mary Godwin ricevette un'istruzione inusuale e avanzata per una ragazza del suo tempo. Ebbe infatti una governante, un tutore ed ebbe l'opportunità di leggere i manoscritti dei libri per bambini redatti dal padre sulla storia greca e romana. Nel giugno del 1812, Godwin mandò Mary a risiedere dalla famiglia radicale di William Baxter, amico del padre, in Scozia. A Baxter scrisse: "Voglio che lei cresca (...) come un filosofo, anzi come un cinico".Fu proprio in un intervallo tra due viaggi in Scozia che Mary conobbe Percy Bysshe Shelley, con il quale fuggì a Parigi all'età di 16 anni portando con sè la sorrellastra Claire Clairmont. Il viaggio in Francia e in Svizzera venne poi raccontato nel diario intitolato "Storia di un Viaggio di sei settimane". Dopo aver attraversato l'Europa, dovettero rientrare in Inghilterra per mancanza di soldi. Mary era incinta di Percy e la bambina morì pochi giorni dopo il parto prematuro. Mary e Percy si sposarono nel 1816, dopo il suicidio della moglie di lui. Nel 1817 la coppia trascorse un'estate con Lord Byron, John William Polidori e Claire Clairmont nei pressi di Ginevra, in Svizzera, dove Mary ebbe l'ispirazione per la stesura del suo romanzo Frankenstein. Nel 1818 gli Shelley lasciarono l'Inghilterra per l'Italia, dove morirono Clara Everina e William, rispettivamente seconda e il terzo figlio di Mary e Percy, e dove nacque Percy Florence, l'unico a sopravvivere ai genitori. Nel 1822 suo marito annegò durante una traversata della baia di La Spezia. Un anno dopo Mary ritornò in Inghilterra dove si dedicò totalmente alla carriera di scrittrice, in modo da poter mantenere il figlio. Trascorse l'ultima decade della sua vita nella malattia, probabilmente un tumore al cervello, che la ucciderà all'età di 53 anni, nel 1851.
La più nota opera di Mary Shelley è Frankenstein, o il moderno Prometeo, scritto nel 1818 e considerato il primo Romanzo di Fantascienza. L'opera nacque in circostanze particolari, Mary Shelley era in vacanza a Bellerive, vicino Ginevra, in compagnia di suo marito, della sorellastra Claire Clairmont e di Lord Byron. La stagione era molto piovosa e gli amici, costretti in casa, discutevano sulla letteratura tedesca, fu così che la scrittrice ebbe l'idea di un romanzo gotico che raccontasse la creazione di un uomo, senza essere Dio, ma utilizzando un'energia di essenza divina il cui uso era considerato da Plinio il Vecchio un sacrilegio dalle terribili conseguenze. Di qui il sottotitolo "Prometeo moderno" con chiara allusione al mito, tratto da Ovidio, del Titannza sul Dracula di Bram Stoker. Chissà come sarebbe stato sbirciare di nascosto dalla finestra di quella casa, e ascoltare questi scrittori conversare.